«Temo che vogliano “farmi fuori”». Firmato: Paolo Barnard, paladino della sovranità monetaria come liberazione dall’euro-schiavitù organizzata della super-casta finanziaria mondiale. «Statemi vicino», raccomanda ai lettori del suo seguitissimo blog il 24 giugno 2013. L’ex giornalista televisivo, già collaboratore di Santoro e poi a fianco di Milena Gabanelli dalla fondazione di “Report”, fino all’“esilio” dalla Rai proprio a causa delle sue scomode inchieste sullo strapotere occulto delle lobby che condizionano i legislatori italiani ed europei, ora si sente minacciato: teme addirittura di rimanere vittima di una montatura, organizzata per screditarlo. Movente, sempre il solito: il fastidio che il reporter bolognese procura ai “grandi manovratori”. E, di recente, il grande successo di pubblico del tour, con tappe in tutta Italia, organizzato con l’economista americano Warren Mosler per denunciare l’euro e spiegare come uscire dalla crisi tornando alla sovranità monetaria, secondo la “teoria della moneta moderna” che assegna allo Stato il potere di salvare l’economia, mettendo fine all’austerity grazie all’emissione di denaro.
«Di recente – scrive Barnard nel suo appello ai lettori – una sedicente sorella della presunta leader dell’Opus Dei di Milano si è messa a spargere fango su di me in modo virulento e disgustoso». Questa persona, aggiunge il giornalista-attivista, «promette di pubblicare a luglio prove sconvolgenti, con tanto di nomi e foto, di una mia presunta disonestà morale», al punto da costringerlo – sostiene – ad «emigrare dalla vergogna». Un “avvertimento” che, a quanto pare, Barnard prende seriamente: «Si tratta di una persona credibile sulle sue vicinanze all’Opus Dei, poiché in passato mi passò diverse informazioni riservate, cui un cittadino normale non ha accesso». Esplicita la reazione dell’ex inviato di “Report”: «Questi topi di fogna non hanno nulla contro di me, nulla, impossibile. Io sono pulito. Ed è qui che temo che abbiano fabbricato qualcosa per “farmi fuori”». E quindi: «Qualsiasi cosa mi accada, come un’accusa di stupro, come una busta di coca in casa, sapete adesso da dove arriva».
Secondo Barnard, la Me-Mmt «è diventata troppo dilagante e non la tollerano più». Sotto accusa, la Modern Money Theory aggiornata da Warren Mosler: una dottrina, la “Mosler Economics”, che spiazza i sacerdoti del rigore, sostenendo l’assoluta praticabilità del ritorno alla sovranità monetaria, indispensabile per uscire immediatamente dal tunnel dellacrisi, grazie all’immissione di denaro sotto forma di stipendi, riattivando in tal modo il circuito dei consumi. E’ esattamente il contrario della deflazione imposta dall’Europa, il cui vertice – Bce e Commissione Europea – risponde all’élite mondiale delle multinazionali, interessate a produrre crisi per depredare interi paesi con le privatizzazioni e far crollare a livello schiavistico il costo del lavoro. Un piano di stampo golpista, neo-feudale, che Barnard ha illustrato – primo in Italia – nel saggio “Il più grande crimine”, arrivando persino a denunciare per “attentato alla Costituzione” il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’indomani dell’incarico di governo affidato a Mario Monti, emissario di poteri forti come il Bilderberg, la Trilaterale e la Goldman Sachs.
Negli ultimi anni, Barnard ha dato vita a un prestigioso gruppo di lavoro formato da economisti democratici di scuola keynesiana: accanto a Mosler, il francese Alain Parguez – già collaboratore di Mitterrand (di cui poi denunciò gli abusi di potere) – e gli statunitensi Stephanie Kelton, Mathew Forstater, Marshall Auerback, Michael Hudson e William Black. Migliaia di partecipanti, a meeting come quello di Rimini, totalmente oscurati dai media. Nella primavera 2013, il tour sulla Modern Money Theory ha riempito parecchie sale italiane. Capitolo a parte, il dialogo a distanza col sindaco Massimo Cialente su come finanziare la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto: dibattito che ha indotto il viceministro Stefano Fassina a convocare a Roma sia Mosler che Barnard, a colloquio con il capo della sua segreteria, Massimo D’Antoni. Poco dopo, l’sos lanciato dal giornalista-attivista su quella che ritiene sia una seria minaccia. «Avviso chiunque mi legge che questo sta accadendo», scrive. «Preparatevi a qualsiasi cosa». E ribadisce: «Io sono pulito, pulito. E’ l’unica cosa che ho».
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