Aspettiamoci di tutto: la crisi sta precipitando e il “governuccio” di Enrico Letta punta solo ad arrivare fino alle elezioni tedesche di settembre, mentre i pm di Palermo vorrebbero convocare Napolitano come testimone al processo sulla trattativa Stato-mafia. E Berlusconi è al governo inseguito dalle condanne: interdizione dai pubblici uffici per quattro anni, che la Boccassini vorrebbe diventasse “perpetua”. Tentazione forte: elezioni anticipate, visto che il Pdl (evaporato il Pd e frenato Grillo) è nuovamente in pole position. Stiamo per vivere un’estate anomala e pericolosa, avverte Giulietto Chiesa, perché i politici di Roma sono allo sbando, obbediscono solo a Bruxelles e ora hanno l’esatta percezione della loro precarietà: tutto potrebbe crollare, con scenari aperti a possibili “colpi di testa”. Prima domanda: «Ma il presidente Napolitano non poteva pensarci prima? Perché questo governo l’ha voluto lui. L’ha voluto in primo luogo lui, l’ha fatto lui». Diceva Mao: spesso i reazionari sollevano i massi sopra la loro testa, e poi se li lasciano cadere sui piedi. «Bisogna vedere dove andrà a cadere questo sasso: sicuramente sui piedi di Napolitano, ma anche sui nostri».
Berlusconi farà saltare il “governuccio” se diventerà irresistibile la voglia di elezioni anticipate (che potrebbe vincere), o resterà sotto la protezione delle “larghe intese” beneficiando ancora per un po’ «della grazia dello spread, che è “garantita Napolitano”». Il giovane Letta? «Ha riunito tutti in un monastero perché si conoscessero, ma l’incontro forse è servito a questo risultato: arrivare – col respiro più corto possibile – fino alle elezioni tedesche, poi si vedrà». Intanto, prolungando questa agonia, «sperano nel logoramento di Grillo, che a forza di liti sui rimborsi finisce che si suicida da solo», dice Chiesa in un video-editoriale su “Megachip”. «Così, chiunque lo capisce, il paese va allo sfacelo». E aumentano i rischi: come quelli evocati dal livido finale del “Caimano”, il film di Moretti, col palazzo di giustizia assaltato da una folla inferocita. «Io non sarei tranquillo – aggiunge Giulietto Chiesa – perché quei signori che stanno lassù non possono non avvertire la precarietà estrema della loro situazione: e trattandosi di persone con scarso senso di responsabilità, dobbiamo aspettarci gravi ripercussioni possibili di questa situazione di crisi».
Le onde del mare non vengono mai da sole: se quella del 25 febbraio è stata «un’onda alta, molto alta e molto forte», ora «dobbiamo prepararci a una seconda onda alta e a una risacca, l’una opposta all’altra». Per cui, «non aspettatevi un’estate tranquilla, di routine, dove magari si va meno in vacanza perché abbiamo meno soldi ma comunque si va al cinema la sera. Non credo che sarà così – dice Chiesa – perché la crisi procede a ritmi crescenti e dunque le bocce sono in movimento, sul biliardo della nostra vita, sempre più rattoppato». A settembre “farà caldo”, «sia che in Germania vinca la Merkel, cioè l’austerità diventi insopportabile per tutti noi, sia che la Merkel perda, cioè salti in aria l’euro». Problema: sono sempre “loro” che hanno in mano il bastone del comando, e noi potremo influire ben poco. «L’unica certezza è che, con questo governo e con questo presidente, l’Italia affonda nel disastro di Roma e nella melma di Brescia: chi ha visto cos’è accaduto a Brescia si è reso conto che siamo già dentro un incubo, non solo dentro una crisi». Unico appiglio: il popolo italiano, quello della “spallata”
del 25 febbraio. «Non restano che i cittadini, nei quali credo che dobbiamo avere fiducia: non c’è che attenderci la speranza da noi stessi».
E soprattutto: dalla crisi politica si può cominciare a uscire solo con nuove elezioni, anticipate. «Ci sono milioni di elettori del Partito Democratico che sono allo sbando: senza una guida, che non hanno comunque mai avuto, ma comunque certamente e giustamente delusi». Il problema, aggiunge Giulietto Chiesa, è quello delle opposizioni: «In Parlamento ce ne sono due, ma non si sentono e non si vedono». Sul tema, Vendola e Grillo per ora non si pronunciano: così facendo, consentono a Letta di tacere e al Cavaliere di fare la prima mossa. Meglio se, invece, parlassero Sel e grillini: «Aspettiamo che ci dicano quale legge elettorale vogliono», ora che persino la magistratura ha dichiarato incostituzionale l’orrido Porcellum. Il direttore di “Megachip” ribadisce la sua preferenza: proporzionale puro con sbarramento al 4%, «perché qualunque altra
discussione significa non solo perdere tempo, ma avere una leggere elettorale che ci deprederà ancora una volta della possibilità di decidere».
discussione significa non solo perdere tempo, ma avere una leggere elettorale che ci deprederà ancora una volta della possibilità di decidere».
Obiezione: non è rischioso tornare al voto in mezzo a questo vuoto di potere? No, perché siamo già oltre il peggio: «Il vero governo non sta a Roma: a Roma c’è l’inciucio, c’è l’acquitrino, c’è la vergogna, c’è l’incubo. Il vero governo è a Bruxelles: là hanno il potere, e quindi continueranno a fare quello che stanno facendo». Al contrario, una nuova spallata – la seconda onda – potrebbe indurre a più miti consigli addirittura la Troika, e potrebbe anche dare il senso di una nuova situazione, in Italia. E dare aria anche al Sud dell’Europa, che è semi-asfissiato: alla Grecia, alla Spagna, al Portogallo, persino alla Francia. «Io penso che lassù e quaggiù devono capire che l’austerità noi non l’accettiamo», conclude Giulietto Chiesa, che propone di adottare anche in Italia l’articolo della Costituzione tedesca che sancisce il diritto dei cittadini a “resistere” quando vengono violate le loro prerogative. Resistere: «Se non faremo così, allora è inutile sperare che questi e quelli capiscano. E poi si potrà rileggere il saggio che diceva: coloro che perdono la libertà e la dignità senza difendersi meritano di perderla, perché non ne sono degni».
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