Provenienza rettiliana dell'umanità? Coincidenze fisiologiche ed evoluzione troppo rapida
Per quanto la scienza abbia fatto passi da gigante nella comprensione dei meccanismi che regolano l'evoluzione degli esseri viventi, l'origine dell'uomo rimane ancora avvolta nel mistero.
Le indagini archeologiche e i ritrovamenti fossili, più che chiarire la storia dell'evoluzione umana, non fanno che complicare un puzzle, di per sé, già abbastanza complicato.
Eppure, tra alcuni ricercatori si registra un certo sconcerto quando si considera lo spazio di tempo estremamente ristretto nel quale si è evoluta la specie umana.
Per fare un paragone indebito, possiamo pensare ai dinosauri, un gruppo di esseri viventi che ha dominato il pianeta Terra per ben 160 milioni di anni, un ciclo di vita biologica estremamente lungo o, quanto meno, in armonia con i tempi cosmici dell'Universo.
Se invece consideriamo l'homo sapiens, si rimane sconcertati nel considerare che il genere homo è comparso sul pianeta solo 2 milioni di anni fa e, attraverso una rocambolesca serie salti evolutivi, è giunto a costruire - praticamente dal nulla - le prime città moderne in Mesopotamia circa 6 mila anni fa, per giungere, in poche migliaia di anni, a passare dal cuneiforme all'informatica e dall'esplorazione dei territori abitabili all'esplorazione spaziale. Perché l'Homo Sapiens è così veloce? Le indagini archeologiche e i ritrovamenti fossili, più che chiarire la storia dell'evoluzione umana, non fanno che complicare un puzzle, di per sé, già abbastanza complicato.
Eppure, tra alcuni ricercatori si registra un certo sconcerto quando si considera lo spazio di tempo estremamente ristretto nel quale si è evoluta la specie umana.
Per fare un paragone indebito, possiamo pensare ai dinosauri, un gruppo di esseri viventi che ha dominato il pianeta Terra per ben 160 milioni di anni, un ciclo di vita biologica estremamente lungo o, quanto meno, in armonia con i tempi cosmici dell'Universo.
Come si spiega il tasso straordinariamente rapido dell'evoluzione umana negli ultimi due milioni di anni?
"Comunque la mettiamo, l'evoluzione della famiglia umana è stata molto rapida", spiega l'antropologo in una conferenza tenuta a Calpe, Gibilterra.
"Credo che sia corretto dire che la nostra specie Homo Sapiens e i suoi antecedenti, si sia evoluta molto più velocemente di qualsiasi altro gruppo di mammiferi preso in esame nello stesso lasso di tempo". Il fenomeno dell'evoluzione accelerata è conosciuto come "tachytely".
Nella conferenza, Tattersall illustra come la dimensione del cervello dei nostri antenati sia raddoppiata nel giro di due milioni di anni. Poi è raddoppiata nuovamente nell'ultimo milione di anni, fino ai giorni nostri. Insieme all'aumento delle dimensioni del cervello, è avvenuta una riduzione delle dimensioni dei denti e della faccia, insieme ad altri cambiamenti nella forma del cranio.
L'aumento delle dimensioni del cervello, sembra aver coinciso con la definitiva struttura fisica dell'uomo moderno, caratterizzata da una forma lineare, gambe lunghe e fianchi relativamente stretti. Queste caratteristiche sono già visibili nello scheletro del "ragazzo di Turkana" rinvenuto in Kenya, vissuto circa due milioni di anni fa, e sono in netto contrasto con le gambe corte e le braccia lunghe di "Lucy" (Australopithecus afarensis), vissuta in Etiopia circa un milione di anni prima.
Cambiamento radicale
"E' evidente che l'abbandono definitivo della vita arboricola è da considerarsi come una svolta epocale nell'evoluzione degli ominidi. Ma in condizioni naturali, è molto difficile che la conquista di un nuovo ambiente vitale possa aver generato cambiamenti così rapidi".
"Forse è la cultura umana ad essere speciale, avendo in sé un qualche ingrediente sempre presente che ha garantito il ritmo serrato dell'evoluzione della nostra stirpe dopo che abbiamo lasciato le foreste", continua Tattersall. Ma la spiegazione di questo fenomeno non è nelle soluzioni proposte dagli altri ricercatori.
Alcuni psicologi evoluzionisti hanno elaborato un modello secondo il quale la cultura e la complessità del cervello si stimolino a vicenda. Ma Tattersall ha fatto notare che nel corso della storia evolutiva degli ominidi, la tecnologia ha modificato il modo di vivere degli ominidi a "singhiozzo" e molto spesso queste modifiche si sono presentate separate dall'evoluzione biologica, quindi questa idea non è in grado di spiegare in maniera soddisfacente ciò che si vede nei reperti archeologici e fossili.
Qual è l'ingrediente che rende così speciale l'homo sapiens?
Certo è un pò triste l'ipotesi del prof. Tattersall, secondo la quale l'uomo sarebbe un predatore intraspecie. Eppure ci si chiede come sia possibile che un essere come l'homo, sviluppatosi ed evolutosi in un contesto naturale, ad un certo punto sia precipitato in una spirale di aggressività, che benché ne abbia aumentato l'intelligenza tecnica, lo ha privato dell'intelligenza sociale, diventando predone di se stesso e mettendo a repentaglio la sua stessa esistenza.
Siamo sicuri che l'aggressività da sola basti a giustificare l'evoluzione così rapida dell'Homo Sapiens? E se l'aggressività fosse il sottoprodotto di questa evoluzione così rapida? Qual è l'ingrediente che rende così speciale, e così distruttiva, la nostra specie? E' possibile ipotizzare un qualche intervento esterno da parte di qualcosa o di qualcuno, che abbia influenzato indebitamente l'evoluzione umana, facendola deviare dal suo percorso naturale?
L'ipotesi rettiliana
Secondo l'ipotesi di Icke, alcuni alieni rettiliani, sotto le mentite spoglie umane di uomini pubblici, hanno preso il controllo del nostro pianeta impedendo all'umanità la normale evoluzione spirituale, sociale e tecnologica. Il fine di costoro sarebbe quello di schiavizzare l'umanità e impossessarsi definitivamente delle risorse planetarie (umanità compresa),
Ovviamente, la tesi di Icke, benché molto affascinante e per certi aspetti plausibile (almeno nella parte del controllo delle masse), è totalmente indimostrabile. E' impossibile, al momento, avere a disposizione delle prove sulla sua ipotesi. Però, qualche indizio ci può aiutare a riflettere. Mettendo tra parentesi la presenza rettiliana sul nostro pianeta, è possibile ipotizzare che in un passato remoto, un gruppo di alieni rettiliani abbia modificato il DNA umano, per chissà quali scopi, intervenendo indebitamente sull'evoluzione degli ominidi? Se sì, abbiamo qualche indizio in proposito?
Strana somiglianza tra homo e rettili
La R-complex si occupa dei bisogni e degli istinti innati nell'uomo (ma tu guarda, proprio il settore nel quale si esprime meglio l'aggressività umana!); alcune delle funzioni rettiliane di questa struttura cerebrale riguardano il comportamento sessuale, quello territoriale, gerarchico, temporale, sequenziale, spaziale.
Inoltre, nel nostro cervello esistono altre due strutture principali che sono presenti anche nel cervello dei rettili: il tronco encefalico, che controlla innumerevoli funzioni fondamentali, dalla respirazione alla circolazione sanguigna e il cervelletto, parte del sistema nervoso centrale coinvolta nell'apprendimento e nel controllo motorio, nel linguaggio, nell'attenzione e forse in alcune funzioni emotive come risposte alla paura o al piacere (strumenti fondamentali per controllare un essere umano).
Il mito ancestrale del serpente
Fin da quando l'umanità ha mosso i primi passi sul pianeta, le leggende legate ai rettili, draghi e serpenti sono sempre esistite. Molti miti raccontano di una misteriosa razza di esseri rettiliani discesa dal cielo per partecipare alla creazione dell'umanità e insegnare loro la conoscenza proibita, imponendo un ordine sociale e sedurre l'umanità verso uno sviluppo senza sosta.
Vi riproponiamo la seconda parte di un articolo scritto in precedenza (Perchè l'evoluzione umana è fuori dall'armonia del cosmo?), nel quale si analizza la presenza della figura del serpente nel corso della storia e dei miti. E ricordate, se dovessimo scoprire di essere ibridi rettiliani, c'è una parte umana in noi che reclama il suo pieno sviluppo. Siamo, e saremo sempre umani, coltivando la parte migliore della nostra specie.
Il "serpente antico" presente in tutte le culture umane
1) I Sumeri
Quella Sumera è la prima civiltà sedentarizzata comparsa sul nostro pianeta che possiamo definire civilizzata, infatti il significato della parola sumer dovrebbe essere "luogo dei signori civilizzati". La mitologia sumera registra la presenza di un personaggio particolare:il dio Enki. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente.
Il significato del suo nome dovrebbe essere "signore della terra". Egli era il custode dei poteri divini chiamati Me, i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l'umanità. La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile alBastone di Asclepio utilizzato come simbolo della medicina. Interessanto notare la presenza del serprente in tutti questi simboli:
2) I racconti della Bibbia (Antico Testamento)
La Bibbia riprende alcuni temi della mitologia sumera ebabilonese. È interessante il fatto che nel racconto biblico delpeccato originale, il seduttore dell'umanità abbia le sembianze di un serpente.
Secondo il racconto della Genesi, il serpente propone ad Adamo ed Eva una via alternativa a quella prevista dall'ordine cosmico per"diventare come Dio". Che significa? Secondo alcuni esegeti, Adamo ed Eva intravedono nella proposta del serpente la via dell'immortalità che li renderebbe simili a Dio.
Altri, invece, vedono nella proposta la possibilità per l'umanità di stabilire da sola cosa sia bene e cosa sia male, senza nessuna autorità esterna. Il serpente propone all'uomo di diventare dio di se stesso, infatti, all'obiezione di Eva il serprente risponde serafico:"Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Non è più il creatore a stabilire cosa è buono o male, ma la creatura.
Altri ancora, hanno interpretato il racconto del peccato originale come una scorciatoia evolutiva offerta all'umanità per agirare un processo che probabilmente sarebbe durato migliaia (se non milioni) di anni. Il serpente si sarebbe fatto portatore di capacità tecnologiche e culturali che gli uomini avrebbero sviluppato naturalmente e in perfetta armonia con le leggi cosmiche dell'universo. In questa interpretazione si incrociano i racconti della mitologia sumera suEnki (portatore della civiltà) e anche il mito di Prometeo, il quale ruba il fuoco agli dei per consegnarlo agli uomini.
Il breve arco di tempo nel quale l'umanità si è evoluta lascia sconcertati alcuni antropologi. Rispetto ai tempi della natura, l'uomo sembra una saetta comparsa sul pianeta. Ed è una evoluzione che effettivamente non è completamente in armonia con il cosmo: il costo di questa veloce evoluzione è stata la separazione dell'uomo dalla natura e la conseguente distruzione del pianeta (l'eden), la separazione tra gli uomini (torre di babele) e la conseguente perdita di unità d'intenti e l'alienazione degli individui. In questa prospettiva, il serpente ha incarnato il simbolo del diavolo (diabolos = ciò che separa).
3) Medio Oriente
Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn, uomini serpente o dragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi e viene descritta come una razza di uomini serpente. L'antico dio egiziano Sobekviene riprodotto come un uomo con la testa di coccodrillo.
Nel Mali c'è una popolazione, i Dogon, che raccontano un mito di creazione il cui protagonista è un uomo rettile. I Dogon affermano di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B).
4) Grecia antica
Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, avevano servitori serpenti i Titani e i Giganti, i quali sono talvolta rappresentata in forma "anguiforme", ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi, come il gigante Klyteros. Anche la Bibbia fa riferimento a dei giganti che hanno popolato la terra in età pre-diluviana:
"C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi" (Gn 6,4);
"Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak (Anunaki), della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro" (Nm 13,33).
"Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra" (Bar 3,26)
5) Americhe precolombiane
La mitologia Maya conosce una figura molto importante per il discorso che stiamo sviluppando: il dio Quetzalcoatl. Secondo le narrazioni, questa divinità avrebbe insegnato al popolo Maya i segreti dell'agricoltura, della metallurgia e dell'astronomia: il ruolo di questo personaggio si sovrappone a quello di Enki nella cultura Sumera, alserpente biblico, al mito di Prometeo. L'umanità deve il suo rapido sviluppo evolutivo ad una figura esterna rettiliforme.
Le rappresentazioni di Quetzalcoatl sono alquanto inquietanti, in quanto vedono il dio maya intento a divorare un uomo. Che poi questo dono fatto all'umanità non sia del tutto gratuito? Cosa chiede il serpente in cambio? Quale parte dell'umanità sta divorando?
6) Asia Orientale
Nella cultura cinese, vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long o dragoni, forme a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente descritte in forma umanoide, e che possono assumere una forma tra l'umano e il rettiliano. Questa caratteristica viene spesso attribuita agliImperatori Asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente la propia forma umana in una di drago e vicecersa.
7) Cristianesimo
La teologia cristiana, che fonda il proprio pensiero anche sull'Antico Testamento ebraico, ha assunto il racconto del peccato originale come momento fondamentale della cosiddetta caduta dell'uomo. La redenzione, ovvero la sconfitta del principe di questo mondo (Satana) è avvenuta con l'incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, nel quale l'ordine primordiale è ricostituito e verrà a compiersi con il ritorno di Gesù alla fine dei tempi e la venuta della Gerusalemme Celeste, la nuova creazione in armonia con l'ordine cosmico.
Un simbolo interessante della redenzione e della sconfitta del serpente è l'iconografia mariana: la Vergine Maria è rappresentata nell'atto di calpestare la testa del serpente, simbolo di vittoria sul male.
9) Epoca contemporanea
Il simbolo del rettile è ancora un simbolo presente nella cultura umana e spesso è associato agli stemmi di grandi famiglie nobiliari (dal sangue "rettile" blu!), a marchi di grandi aziende e ad opere d'arte che rappresentano spudoratamente il dominio del rettile sulla razza umana, come un nefasto parassita:
Serpente che divore un neonato - Il famoso Biscione, simbolo della famiglia Visconti di Milano
Simbolo dell'Alfa Romeo - Un serpente (coronato, quindi Re) divora un uomo
Obbrobbriose statue esposte nel Vigeland Park di Oslo, dove molto chiaramente viene descritto il dominio rettile sull'umanità.
Insomma, questo Cerchio nel Grano ci ha dato l'opportunità per una lunga escursione nel simbolismo rettile nella storia dell'umanità. Tante cose ci sarebbero ancora da dire, ma lo faremo in un prossimo posto dedicato al tema. Il cerchio vuole tenerci in guardia e a tenere alta la coscienza contro le forze occulte che voglion condurre l'umanità al baratro. Volendo tirare alcune conclusioni sul simbolo del serpente possiamo affermare che:
1) Il serpente è un simbolo presente in quasi tutte le culture umane;
2) Il serpente (o drago) fa dono all'umanità della tecnologia e della cultura accellerando il processo evolutivo naturale;
3) Il serpente (o drago) è sempre al comando: è Re, Imperatore (presidente?)
4) Il dono del serpente non è gratuito: egli divora l'uomo... cosa vuole in cambio?
5) Il potere del serpente è ancora in atto... basta saper avere occhi per vedere!
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