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giovedì 6 marzo 2014

Vita da cane di una vacca Nestlè (video shock)

Prendere a parolacce una mucca mentre viene bastonata e frustata fino a farle uscire il sangue. Prenderla a calci per farla alzare. Appenderle una catena al collo e farla trascinare via da un trattore perché non ce la fa più a camminare. Questa è tortura. Questa è la routine in molti allevamenti industriali. Questa è solo l’ultima denuncia documentata da Mercy For Animals (Mfa).




Prendere a parolacce una mucca mentre viene bastonata e frustata fino a farle uscire il sangue. Prenderla a calci per farla alzare. Appenderle una catena al collo e farla trascinare via da un trattore perché non ce la fa più a camminare. Questa è tortura. Questa è la routine in molti allevamenti industriali. Questa è solo l’ultima denuncia documentata da Mercy For Animals (Mfa).
L’organizzazione no-profit dedicata alla lotta alla crudeltà verso gli animali di allevamento, è stata in una fattoria del Wisconsin, nel nord degli Stati Uniti, conosciuto anche come “America’s dairyland”: il Paese delle vacche da latte.
Lo scorso dicembre, Mfa ha pubblicato sul proprio sito questo filmato, realizzato da un attivista che, sotto copertura, ha lavorato nell’azienda per due mesi. Il video denuncia i metodi con cui alcuni lavoratori della Wiese Brothers Farm trattano le loro vacche. Le immagini hanno fatto subito notizia, e stanno facendo il giro del mondo. Questa azienda vende il suo latte alla Foremost Farms, fornitore di formaggio per il famoso marchio americano DiGiorno, leader nella produzione di pizze surgelate e di proprietà del gruppo Nestlé. Il loro slogan è: «Good food. Good life». Quanta crudeltà si nasconde dietro un trancio di pizza filante?
Dopo aver esaminato il filmato, il dottor Temple Grandin, esperto mondiale del benessere degli animali da allevamento, ha dichiarato: «Trascinare le mucche e sospenderle completamente in aria ancora vive è una grave forma di maltrattamento dell’animale. Le azioni di queste persone sono andate al di là delle normali condizioni di trasporto dell’animale, oltrepassando il livello di crudeltà. I calci, le percosse e la fustigazione violenta delle vacche sono illegali».

DiGiorno produce oltre 250.000 pizze ogni giorno per i consumatori negli Stati Uniti. E’ accusata dall’organizzazione Mercy fo Animals di acquistare prodotti caseari da fattorie che maltrattano gli animali.
In una dichiarazione congiunta, il dottor Bernard Rollin, il dottor Terry Engle e William Wailes, del dipartimento di Scienze Animali presso la Colorado State University, hanno concluso che il filmato ha rivelato «abusi orribili, da incubo, da parte dei lavoratori nei confronti dei bovini», e che «queste persone, indifferenti e sadiche, devono essere perseguite nella massima misura consentita dalla legge, e deve essergli impedito per sempre di lavorare ancora con gli animali».
Il proprietario dell’allevamento, Mark Wiese, ha dichiarato all’Associated Press di aver già licenziato due lavoratori, e che non era a conoscenza degli abusi fino a che non ha visto il video. Wiese ha inoltre aggiunto che l’azienda «ha preso provvedimenti per garantire il corretto trattamento degli animali». Secca la replica di Mercy For Animals, attraverso le parole del suo portavoce Ari Solomon: «Mentre Wiese presenta questo abuso come un’azione compiuta da un paio di lavoratori, il nostro gruppo ha assistito a violenze analoghe in altre cinque aziende lattiero-casearie e bovine da quando ha cominciato ad investigare nel 2009».

Una delle mucche torturate per ottenere un latte di migliore qualità.
«Trattate come mere macchine produttrici di latte, sfruttate e maltrattate per il formaggio usato sulle pizze DiGiorno, queste mucche devono sopportare una vita di costante miseria e privazioni», si legge sul sito dell’organizzazione no-profit. «Al fine di garantire una costante fornitura di latte, queste vacche vengono ripetutamente ingravidate. Più volte al giorno, le loro mammelle sono agganciate a mungitrici elettriche, che possono causare alla mucca lesioni dolorose e mastiti. Alcune trascorrono tutta la loro vita in piedi su pavimenti di cemento; altre sono stipate in enormi accumuli di fango».
Le mucche, spiega l’associazione animalista, «in natura vivono per circa venticinque anni, e sono in grado di produrre latte per otto o nove anni. Ma lo stress causato dalle condizioni di vita negli allevamenti industriali porta a malattie, zoppaggine e problemi riproduttivi rendono le vacche inutili per l’industria casearia già all’età di quattro o cinque anni. Questi animali, intelligenti e socievoli, soffrono inimmaginabili abusi dalla nascita, da quando vengono strappati via dalle madri, fino a quando sono talmente usurati fisicamente, dalle gravidanze continue e dalla costante produzione di latte, che vengono venduti per la macellazione».
Il video ha spinto la Nestlé ad abbandonare l’uso di prodotti lattiero-caseari della fattoria del Wisconsin. Mfa ha invitato il gruppo ad adottare una politica di benessere degli animali che vieti esplicitamente questi comportamenti, come trascinare animali che non possono camminare, colpire e prendere a calci il bestiame e usare dispositivi a scariche elettriche.

La Wiese Brothers Farm possiede 5.000 mucche da allevamento costrette a subire abusi e maltrattamenti da parte dei lavoratori della fattoria. il latte viene venduto al fornitore di formaggio per le pizze surgelate DiGiorno, del gruppo Nestlé.
Chris Booth, presidente del Wisconsin Veterinary Medical Association, è un veterinario la cui pratica si concentra sugli animali da latte. «Le mucche malate – ha spiegato – dovrebbero essere aiutate a mettersi in piedi usando delle cinghie con un’oscillazione delicata. Se non possono stare in piedi, può essere utilizzata una slitta o un tappetino per spostarle su una superficie morbida, come sabbia e paglia, durante la guarigione. L’utilizzo di ganci per sollevare le mucche in aria e colpirle, o calciare una mucca per farla muovere, è indifendibile».
Anche se la crudeltà e la violenza sono una pratica standard negli allevamenti intensivi, i consumatori possono contribuire a porre fine alla sofferenza inutile degli animali da allevamento. «La miglior cosa che le persone possono fare per fermare questi abusi è non mangiare latticini», ha detto Solomon, il cui gruppo raccomanda una dieta vegana.

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