”I risultati dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un ‘inquinamento genetico’ del mais transgenico che arriva anche fino al 10%”.
Lo ha detto il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone, in un’audizione alla Commissione agricoltura della Camera. Nel giugno 2013 – ha ricordato il capo dei forestali – un imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la prima volta due anni or sono, privo di tracciabilità ma dichiarato geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba (Udine) e di Vivaro (Pordenone).
”Il Corpo forestale dello Stato, in ragione della sua missione istituzionale di Forza di polizia specializzata nella tutela delle risorse agroalimentari e ambientali del Paese – ha detto Patrone – di propria iniziativa in agro di Pordenone e su delega della Procura della Repubblica di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al fine di verificare una possibile contaminazione ambientale”.
Risultati che hanno portato – ha detto – alla verifica di un processo di inquinamento ambientale. Dopo la scoperta di ‘inquinamento genetico’ nei campi vicini a quelli coltivati con mais Ogm in Friuli il corpo forestale sta attualmente verificando l’eventuale livello di contaminazione a carico degli alveari situati nelle zone limitrofe ha detto Patrone. Inoltre, ha aggiunto, si stanno estendendo i controlli anche in altre Regioni per verificare la presenza non dichiarata di mais Ogm e controllare il relativo grado di contaminazione ambientale. A fronte di una comprovata diffusione nell’ambiente del mais Ogm e della relativa tossina, il Corpo forestale ha inoltrato alla Procura della Repubblica di Udine una comunicazione di notizia di reato relativa alla violazione di una serie di articoli del Codice penale tra i quali inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, danneggiamento, diffusione di malattie delle piante o degli animali, ha reso noto Patrone. Stiamo andando incontro ad un vero disastro ambientale per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione che secondo il Corpo Forestale dello Stato ha causato la contaminazione del 10% dei campi limitrofi a quelli coltivati Ogm in Friuli.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel lanciare l’allarme sulle dichiarazioni rese dal Capo del Corpo Forestale Cesare Patrone in Commissione Agricoltura della Camera. La situazione – sottolinea la Coldiretti – è gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale. In ragione di ciò – continua la Coldiretti – è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al piu’ presto un percorso comune e coordinato con i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Corpo forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo. Quasi otto italiani su dieci (76 per cento ), con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, sono contrari – conclude la Coldiretti – all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura per difendere il territorio.
Fonti http://www.ansa.it
http://www.coldiretti.it
Tratto da : Dionidream
Nessun commento:
Posta un commento