Roma, 16 nov 2013 – di Paolo Fiore – “Le pensioni Inps sono pagate oggi e lo saranno per sempre”. Il Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, dopo aver affermato che “i conti non danno tranquillità”, fa marcia indietro. E sottolinea che “non c’è rischio finanziario”. E’ vero che l’istituto ha un passivo di 10 miliardi (dovuto in gran parte all’integrazione con l’Inpdap), ma quei soldi “ce li darà lo Stato”.
Saranno quindi le casse pubbliche a colmare gli squilibri dell’Inps. Ma, al di là del rapporto tra entrare e uscite,quanto ci costa la macchina Inps? L’intera struttura più o meno 5 miliardi l’anno. E’ vero, Mastrapasqua ha tentato di ridurre i costi, ha azzerato le consulenze. Ma le spese restano esorbitanti.
Leggendo il bilancio preventivo 2013, si notano esborsi che suonano ancora fuori misura. Si scoprono spese che raccontano l’arretratezza della pubblica amministrazione italiana. Perché meno della metà di quei 5 miliardi sta nel costo del personale. il resto sta in un labirinto di voci che, una dopo l’altra, si stratificano fino a toccare una cifra che vale quanto due volte l’abolizione dell’Imu. Il confronto con l’imposta sulla prima casa è un paradosso. L’Insp non può essere azzerata, ma il rapporto la dice lunga sull’elefantiaca macchina che è l’Istituto guidato da Mastrapasqua.
Un elefante che che vive ancora di carta. Troppa carta. Tra acquisto, stampa di modelli, cancelleria e altro materiale di consumo, l’Inps spende 4 milioni l’anno (+14% rispetto al 2012). Per comprare libri, pubblicazioni tecniche, quotidini e riviste, le casse pubbliche scuciono 1,5 milioni. Va bene la cultura e l’aggiornamento. Ma un progresso verso le versioni digitali sarebbe auspicabile. Anche perché, a furia di usare i plichi anziché le mail, lievitano (del 50% rispetto allo scorso anno) le spese di facchinaggio, trasporti e spedizioni varie, che ammontano a 11,8 milioni. E ancora: stampati, nastri magnetici, pellicole costano oltre 6 milioni.
Bollette care per l’Istituto: le spese per utenza, acqua, illuminazione e riscaldamento sfiorano i 40 milioni l’anno. Gli affitti sono stati azzerati alla voce “risorse strumentali”, ma si sono moltiplicati quelli relativi a “centro di responsabilità altre strutture di Direzione Generale”: uffici in affitto per 67 milioni. Che si aggiungono ai 64 che l’Inps paga per immobili che una volta possedeva. Un magheggio che risale al 2005, quando il governo Berlusconi-Tremonti impose la cessione degli immobili al Fip, un fondo (creato ad hoc per valorizzare e razionalizzare le risorse) che ha poi costretto l’Istituto a sobbarcarsi l’affitto.
E infine una sorpresa. Per il 2013 l’Inps ha crediti da riscuotere per 134 miliardi e passivi per 109. Se dovessero rientrare tutti i soldi dovuto, bene. Ma se si scoprisse che parte di essi sono inesigibili, il buco si allargherebbe. Ma, come dice Mastrapasqua, non ci sono rischi. Paga lo Stato. Fonte:http://www.affaritaliani.it/economia/mastrapasqua-inps151113.html?refresh_ce
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