I sindacati dei militari hanno invitato presidente e governo a dimettersi esortando la creazione di un governo di unità nazionale per garantire al popolo ciò che gli spetterebbe per Costituzione. Dopo il dossier aperto sui neonazisti di Alba Dorata, crescono timori per golpe
Stato d’allerta in Grecia, dove si moltiplicano i segnali per un possibile colpo di stato, in seguito alla gravissima crisi economica che sta dilaniando il paese da ormai sei anni, causando un’impennata della povertà e tassi di disoccupazione al 27,9% (64,9% tra i giovani).
L’ultimo episodio inquietante riguarda la pubblicazione sul web di un comunicato da parte della “Confraternita degli ufficiali e dei soldati riservisti delle Forze Speciali“, il Keed, un sindacato di ex militari, che ha invitato sia il governo guidato da Antonis Samaras che il presidente Karolos Papoulias a dimettersi per dare vita a un esecutivo di unità nazionale. Il Keed ha auspicato anche la collaborazione tra l’esercito e il popolo per assicurare a quest’ultimo ciò che gli spetterebbe secondo la Costituzione, ossia lavoro, salute, istruzione, giustizia e sicurezza.
Il documento è ora all’attenzione della Corte Suprema (Areios Pagos), riunitasi alla presenza anche del Procuratore Efterpi Gkoutzamani, nella stessa sede dove da giorni sono in corso gli interrogatori di diversi esponenti di Alba Dorata, il partito neo-nazista entrato in Parlamento alle elezioni politiche del 2012.
Golpe in Grecia: cresce il sostegno ad Alba Dorata, scompaiono i socialisti
Proprio Alba Dorata (Chrysi Avgì) è indiziato di un possibile golpe e la preoccupazione è tale che il governo ha cambiato alcuni dei vertici della polizia, dopo la notizia per cui almeno 3 mila agenti in Grecia sarebbero simpatizzanti e attivisti di Alba Dorata. Si teme, infatti, che l’ampio consenso di cui i neo-nazisti godono tra i poliziotti e i militari possa creare le condizioni per organizzare un golpe dell’esercito. E il comunicato delle scorse ore non fa che confermare il dubbio. Il governo vorrebbe anche dichiarare illegale il movimento, dato intorno al 15% nei sondaggi (lo storico partito socialista del Pasok sarebbe non oltre il 5-6%), ma teme la reazione delle piazze.
Dopo l’uccisione nei giorni scorsi di un rapper di sinistra, il 34enne Pavlos Fyssas, per mano di un esponente di Alba Dorata, reo confesso, sono seguite proteste di piazza contro il partito di Nikòlas Michaloliàkos, il quale ha minacciato le dimissioni dei suoi 18 deputati in Parlamento. La tensione è così alta, che il ministro degli Esteri e leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha invitato all’unione tra le forze costituzionali per battere il pericolo neo-nazista.
La Grecia nel baratro della crisi
Ma i nuovi tagli in arrivo, con 12.500 licenziamenti nel settore pubblico entro l’anno e l’enorme massa di disoccupati giovani non fanno che ingrossare le file dei partiti estremisti. La tenuta democratica ad Atene è a rischio e il governo di unità nazionale di Samaras ormai si regge solo su pochi seggi di maggioranza di scarto e solo grazie al premio dei 50 deputati ottenuto con la vittoria alle elezioni. In pochi credono che i sacrifici siano finiti. Il paese non vede la luce in fondo al tunnel, avrà bisogno di aiuti per almeno 11 miliardi e saranno imposte nuove misure di austerità. Quello del golpe non è un timore ingiustificato.
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