di Paolo Fiore
@paolofiore
Per molti cittadini sarebbe una liberazione. Per molti economisti una catastrofe. Grillo ne ha parlato ma non ha avanzato proposte concrete.E' il referendum sull'euro. Se il Movimento 5 Stelle ne ha fatto uno slogan, la Lega Nord ne ha fatto una proposta di legge. Spulciando tra i ddl del Senato, ci s'imbatte nel numero 545, depositato a Palazzo Madama lo scorso 11 aprile e annunciato in aula il 16 aprile.
Si tratta di due sole righe che mirano a modificare un articolo della Costituzione: "All'articolo 75, sostituire il comma 2 con il seguente: 'Non è ammesso il referendum per le leggi di bilancio, di amnistia e di indulto". Cosa c'entra con l'euro? Rispetto all'articolo attualmente in vigore, scompare un solo passaggio: il divieto di indire referendum per la "ratifica di trattati internazionali". Come l'accordo che ha dato vita all'euro e, in generale, gli accordi con l'Europa. Senza l'approvazione delle due magiche righe del ddl 545, il referendum sulla moneta unica è, semplicemente, incostituzionale. Il documento è frutto di iniziativa popolare: servono almeno 50 mila firme per presentare una proposta come questa. Non si può negare quindi che abbia una certo seguito popolare. Ma i numeri in parlamento restano striminziti: ha il sicuro appoggio della Lega e, con tutta probabilità, anche del Movimento 5 Stelle. Ma per modificare la Costituzione servono una maggioranza dei due terzi e almeno 18 mesi di tempo.
Si tratta di due sole righe che mirano a modificare un articolo della Costituzione: "All'articolo 75, sostituire il comma 2 con il seguente: 'Non è ammesso il referendum per le leggi di bilancio, di amnistia e di indulto". Cosa c'entra con l'euro? Rispetto all'articolo attualmente in vigore, scompare un solo passaggio: il divieto di indire referendum per la "ratifica di trattati internazionali". Come l'accordo che ha dato vita all'euro e, in generale, gli accordi con l'Europa. Senza l'approvazione delle due magiche righe del ddl 545, il referendum sulla moneta unica è, semplicemente, incostituzionale. Il documento è frutto di iniziativa popolare: servono almeno 50 mila firme per presentare una proposta come questa. Non si può negare quindi che abbia una certo seguito popolare. Ma i numeri in parlamento restano striminziti: ha il sicuro appoggio della Lega e, con tutta probabilità, anche del Movimento 5 Stelle. Ma per modificare la Costituzione servono una maggioranza dei due terzi e almeno 18 mesi di tempo.
Se si vuole pensare di portare i cittadini a decidere sull'euro, però, è l'unica strada possibile. La sola che darebbe la stura a un referendum. Una parola, referendum, che non compare nel ddl 545. Compare in un disegno di legge firmato dal parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti e depositato appena 5 giorni dopo la registrazione del progetto di revisione costituzionale. Il testo chiede all'Ue di andare oltre una mera "area monetaria" e di limitare "la permanenza nell'euro ai territori che hanno conseguito l'equilibrio tra entrate e spese del proprio bilancio". Un sogno alla tedesca. Ma il referendum chiede soprattutto ai cittadini di dire sì o no alla modifica costituzionale che aprirebbe a un referendum sull'euro. Insomma, una sorta di referendum sul referendum.
L'iniziativa popolare numero 545 e la proposta di legge Giorgetti, quindi, sono due strade che portano allo stesso obiettivo: permettere direttamente ai cittadini di bocciare, di volta in volta, quanto imposto da Bruxelles.Moneta unica compresa.
L'iniziativa popolare numero 545 e la proposta di legge Giorgetti, quindi, sono due strade che portano allo stesso obiettivo: permettere direttamente ai cittadini di bocciare, di volta in volta, quanto imposto da Bruxelles.Moneta unica compresa.
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