Debito

sabato 27 aprile 2013

Si scrive Letta, si legge Bilderberg


Sostenere che Letta è "un democristiano" non dice assolutamente nulla. Andare a vedere il suo albero genealogico, dal punto di vista politico, può invece chiarire più di un punto.
Suo maestro e promotore fu Nino Andreatta. Quel tecnocrate diventato immediatamente uomo di punta, in Italia, dei poteri sovranazionali.
Andreatta fondò l'Università di Trento dalla quale nacquero le Brigate Rosse, liquidò il Banco Ambrosiano invece si salvarlo con il denaro pubblico regalandolo di fatto a Gianni Bazoli.
Ma soprattutto, Andreatta, nel 1981, decise e impose di rendere indipendente la Banca d'Italia dal Tesoro, cioè dallo Stato, cioè da tutti noi, seguendo i desiderata della speculazione internazionale.
Privatizzando la Banca centrale sino allora italiana, concesse l'Italia e i suoi cittadini in mano ai mercati. E i risultati di oggi, di quella bella operazione, dovrebbero essere ormai chiari.
Fu sempre Andreatta a promuovere l'Ulivo e a far assurgere al primo piano quella personcina di Romano Prodi e oggi, se non fosse stato tolto di mezzo da un infarto nel 1999, sarebbe probabilmente il capo dello Stato dopo essere passato dalle parti della Goldman Sachs. La trafila identica, insomma, che hanno seguito - e seguiranno - tanti altri come lui.
Tanto più che oggi quel ruolo spetta al suo delfino di allora, Enrico Letta. C'è un episodio, che forse molti ricorderanno non appena ne accenniamo, visto che è molto recente, altamente indicativo. Rammentate quando con il golpe Napolitano ci impose Mario Monti? Bene, nella prima seduta parlamentare, sullo scranno del nuovo Presidente del Consiglio arrivò un bigliettino scritto a mano: “Allora i miracoli esistono! Mario, quando vuoi dimmi in che modi e forme con cui posso esserti utile dall’esterno".
clicca per ingrandireL'aveva scritto di suo pugno proprio Enrico Letta. Da compagni di merende nei salotti del Bilberberg si erano ritrovati e riconosciuti subito una volta dentro alla Camera dei Deputati.
Molti media resero noto il biglietto. Quasi nessuno ne capì il reale contenuto e ancora meno ipotizzarono cosa sarebbe successo con un uomo del Bilderberg al governo. Il resto è storia del recente passato.
Mentre il presente ne è la conferma e la continuazione. Il Presidente della Repubblica è sempre Napolitano (quello del golpe), il Presidente del Consiglio sarà sempre un uomo del Bilderberg. Solo con qualche anno di meno.
Il futuro imminente, per l'Italia, è parimenti facile da immaginare.
E cerchiamo di non cadere nella trappola mediatica: Letta ci "dirà" che adesso andrà in Europa a chiedere "più crescita e meno austerità". Cioè a confermare ciò che l'Europa ha già deciso di fare senza che Letta andasse a chiederglielo semplicemente perché o allenta i cordoni, oppure crolla tutto in men che non si dica. Insomma ci stanno per somministrare qualche dolce sonnifero mentre continueranno a violentarci. E Letta sarà l'officiante interno all'operazione.
Ciò che non cambierà è invece la direzione generale e i suoi fondamentali. O pensiamo che un uomo espressione di quel "gruppo", una volta al comando dell'Italia, rinneghi tutto il suo passato, rinunci a tutto il suo futuro (vedrete) per fare il bene del Paese, vero?
Da ultimo, per tornare alle origini e per rammentare la provenienza di Letta e il suo "padre putativo" Andreatta, consigliamo vivamente di ascoltare (e riascoltare) questa intervista: l'abbiamo realizzata lo scorso inverno, a Mario Consoli, il quale ci ha spiegato per filo e per segno, in modo chiaro e inequivocabile, come, dove e per mano di chi nacque la truffa di Stato che ci ha espropriato della sovranità monetaria e politica.

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