Debito

martedì 2 aprile 2013

Scie Chimiche: Manuale di osservazione

Uno dei bizzarri disegni creati dalle scie chimiche in cielo.
 Oppure sono aerei di linea che giocano a girotondo?



Cosa accade sopra alle nostre teste? Una pratica guida per conoscere meglio il fenomeno delle scie chimiche e imparare ad osservarlo in prima persona 

di Marco Petrillo

Ricordo un tempo lontano, un tempo in cui le scie degli aerei svanivano dopo pochi istanti. Gli aerei non volavano così bassi come oggi, e vederne uno in pieno giorno era abbastanza raro, tanto che i bambini smettevano di giocare per salutare i passeggeri. Ma era un altro secolo, erano gli anni '90...
Oggi i cieli di mezzo mondo sono solcati da aerei che volano a bassa quota (sotto i 6.000 metri) rilasciando strane scie dalle forme più disparate, che si incrociano disegnando bizzarri disegni geometrici.
Milioni di persone si organizzano in associazioni, creano gruppi di ricerca e siti internet, organizzano meeting dibattiti e convegni per cercare di capire: cosa sono quelle strane scie nel cielo? Cosa sta succedendo sopra alle nostre teste?
Basta osservare il cielo con attenzione per rendersi facilmente conto che alcuni aerei lasciano una scia che svanisce dopo pochi secondi (scia di condensazione), mentre altri rilasciano scie persistenti (scie chimiche).
Queste hanno delle caratteristiche ben precise, che si riproducono con le stesse modalità in ogni parte del globo:
- Persistono in aria anche per ore, talvolta espandendosi fino a creare delle vere e proprie “nuvole artificiali”.
- Spesso sono osservabili delle strutture geometriche di varie dimensioni, formate dalle scie lasciate da vari aerei; queste strutture possono essere reticolati, incroci a X, linee parallele, cerchi concentrici.
- Le scie compaiono in tratti di cielo, ad orari, altezze e con traiettorie imprevedibili e spesso non compatibili con voli di linea e/o commerciali.
- Le scie chimiche non sono sempre rilasciate uniformemente dagli aerei: possono anche apparire solo per un certo tratto di cielo, o ad intermittenza.
- Le scie chimiche non sono tutte uguali: sono addirittura state suddivise in diverse categorie, in base alle loro caratteristiche di forma, densità, persistenza.
- Gli aerei fotografati mentre rilasciavano queste scie non esponevano alcun tipo di logo, bandiera o nome: si tratta di anonimi aerei bianchi.
- L'apparizione delle scie in queste forme può portare a repentini cambiamenti della situazione meteorologica (ad es. formazione o dissipazione di nuvole).

Il fenomeno è stato studiato approfonditamente da ricercatori indipendenti di tutto il mondo, infatti il web pullula di dati di ogni sorta sull'argomento (come al solito raccomando di selezionare accuratamente le fonti), tuttavia vista la facilità di osservazione del fenomeno consiglio vivamente a scettici e non di osservare attentamente in prima persona il cielo sopra le nostre teste: la correlazione tra queste scie ed il comportamento delle nuvole apparirà subito evidente.


Riassunto Storico
Le prime testimonianze del fenomeno risalgono alla seconda metà degli anni novanta, quando le scie chimiche iniziarono a fare la loro comparsa nei cieli degli Stati Uniti e, soprattutto, del Canada.
Nel 1998 gli abitanti di Espanola, cittadina canadese, cominciarono ad osservare una gran concentrazione di strane scie sulle loro teste. Preoccupati anche dal gran numero di patologie insorte tra di loro in concomitanza con l'apparizione delle scie, gli abitanti di Espanola decisero di commissionare a loro spese un'analisi approfondita delle sostanze presenti nella loro terra e nell'acqua. Dai campioni prelevati emerse la presenza di particolato d'alluminio (sette volte superiore al limite preventivo per l'acqua potabile) e una gran quantità di particelle di quarzo. La popolazione si rivolse quindi al governo dell'Ontario, che fece dei test sull'aria, rifiutandosi però di divulgare i risultati ottenuti.
Fatti molto simili accaddero ad Edmonton (Alberta): strane scie nel cielo, raccolti distrutti e test eseguiti sul terreno. Il responso delle analisi fu che il terreno conteneva una percentuale altissima di alluminio e bario.
Prima della fine del millennio la situazione oltreoceano era già calda: in seguito ai numerosi avvistamenti e alla diffusione di materiale che documentava il fenomeno, sempre più cittadini allarmati cominciarono a chiedere spiegazioni alle istituzioni, senza mai ottenere risposta. Ad oggi le autorità continuano a negare l'esistenza delle scie chimiche.
In Italia le prime segnalazioni sono del 1999 e provengono dalle province di Rovigo e Padova; da allora il fenomeno è diventato sempre più evidente, manifestandosi assiduamente su tutto il territorio nazionale. Tanto da sollecitare ben undici interrogazioni parlamentari e svariate regionali; interrogazioni che ovviamente non hanno mai ottenuto una risposta convincente. Stessa sorte è toccata alle interrogazioni presso il Parlamento Europeo, presentate dalla Germania e dall'Olanda, rispettivamente nel 2006 e 2007.
Oggi, nel 2013, le scie chimiche sono un tema dibattutissimo in tutto il mondo e sono osservate in paesi di ogni latitudine: dal Canada all'Australia, Svezia, Messico, Sud Africa, Inghilterra, solo per citarne alcuni.


Documenti ufficiali
Ci sono numerosi casi di documenti ufficiali in cui si parla di scie chimiche e di controllo climatico, vale dunque la pena di citare i più importanti:
- Lo Space Preservation Act del 2001, una proposta di legge sottoposta a tre commissioni della House of Representatives USA. In questo documento si parla per la prima volta, in maniera ufficiale, di “chemtrails” ovvero scie chimiche; queste vengono catalogate nella categoria delle “Exotic weapons”(armi esotiche), insieme ad altre armi non convenzionali. Curiosamente la proposta di legge venne approvata l'anno successivo, ma in una versione che escludeva il capitolo sulle “armi esotiche”.
 Il Documento Cooperazione Italia-USA su Scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici del 2003: si tratta di un accordo ufficiale tra Italia e Stati Uniti firmato dall'allora ministro Scajola, in cui si definiscono varie strategie di ricerca in campo ambientale e climatico. Comprende il “Workpackage 10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri”, in cui si prevede “la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2” e “nuove tecnologie per conduzione di esperimenti di manipolazione su ecosistemi a larga scala”. Viene inoltre fatto riferimento a “siti di manipolazione sperimentali” presenti sul territorio italiano.
- Le centinaia di brevetti (facilmente reperibili su Internet) che trattano la manipolazione del clima, molti dei quali propongono l'irrorazione di aerosol particolato in quota o la manipolazione elettromagnetica dell'atmosfera.
- L'interrogazione sottoposta al Parlamento Europeo il 10 maggio 2007 dall'olandese Erik Meijer, circa “Scie di condensazione degli aeromobili che non contengono più solo acqua ma che causano velature biancastre persistenti, dovute probabilmente alla presenza di bario, alluminio e ferro”.

A questa lista si aggiunge lo strano caso della festa del 9 maggio 2007 a Mosca, giorno in cui si svolge una parata molto importante per le istituzioni russe. Per quel giorno era previsto un vero e proprio diluvio, che però non arrivò mai al centro di Mosca, permettendo così l'abituale realizzazione della parata. I russi si vantarono nell'occasione della propria tecnologia: la manifestazione infatti era stata salvata grazie dall'intervento di dodici aerei che, rilasciando particolati metallici in quota, modificarono la situazione meteorologica. La notizia fece il giro del mondo, tutti i principali media ne parlarono. In Italia ne parlò il Tg1 nell'edizione del 10 maggio 2007, il servizio è ancora reperibile in rete.
Esiste anche una vasta bibliografia sull'argomento, che si somma al sostanzioso corpus di petizioni, interrogazioni, articoli, reportage e documenti vari provenienti da tutto il mondo per denunciare il fenomeno. Il silenzio delle autorità, rotto soltanto da risposte non convincenti, (che in alcuni casi rasentano il ridicolo) non fa altro che alimentare le speculazioni sulle scie chimiche, facendo pensare ad un insabbiamento sistematico; un oscurantismo che non avrebbe ragione d'essere, se veramente il fenomeno fosse riconducibile soltanto alle normali scie di condensazione degli aerei.

Le Scie di Condensazione
Per un'osservazione imparziale, oggettiva e di carattere scientifico è importante conoscere le caratteristiche del fenomeno che si studia. Nel caso specifico delle scie chimiche è fondamentale riuscire a distinguerle dalle scie di condensazione, ovvero le classiche scie che si formano in coda agli aerei, per l'interazione dei gas di scarico con l'atmosfera terrestre. Per intenderci le scie di condensazione sono quelle che eravamo tutti abituati a vedere nei cieli una ventina di anni fa: alla vista appaiono come sottili e poco dense, attraverso di esse è possibile vedere l'azzurro del cielo e svaniscono in un lasso di tempo piuttosto breve (massimo 5 minuti in condizioni eccezionali), raggiungendo una lunghezza compresa tra i 9 e i 28 km.
Queste scie si formano solo ed esclusivamente in presenza di particolari condizioni; se una qualsiasi di queste viene a mancare, allora la scia di condensazione non si forma. Le condizioni richieste sono:
- Una quota compresa tra gli 8.000 e i 12.000 metri.
- Una temperatura inferiore ai -40° C.
- Una percentuale di umidità non inferiore al 60%

In particolare l'osservatore da terra può affidarsi ad una valutazione approssimativa per stimare la quota a cui si trova l'aereo che sta lasciando la scia: ad un'altezza di 8.000 metri dovrebbe essere impossibile distinguere i dettagli dello scafo, che dovrebbe apparire poco più di un puntino.

Scie Chimiche
Le scie che, per caratteristiche, conformazione o per quota di emissione, non possono in alcun modo essere definite come scie di condensazione vengono comunemente chiamate scie chimiche.
Occorre precisare che le scie chimiche possono essere molto diverse le une dalle altre, fattore probabilmente dovuto alle differenti funzioni richieste.
Sono stati svolti innumerevoli test da parte di ricercatori indipendenti, al fine di comprendere la composizione di queste scie. I dati emersi confermano una grande concentrazione di particolati metallici (principalmente alluminio e bario, ma anche titanio, ferro e bromuro) ovviamente dannosi per la salute, non solo per la presenza di metalli pesanti. Le particelle metalliche oltre ad inquinare le falde acquifere ed il terreno coltivato, si disperdono nell'aria che respiriamo e la forma in cui vengono disperse nell'atmosfera (i particolati sono polveri sottili) risulta particolarmente pericolosa per l'organismo.
Ma non ci sono solo polveri metalliche sottili; esistono infatti diversi casi in cui, in seguito alla presenza di scie chimiche in cielo, siano stati rinvenuti a terra dei filamenti simili a ragnatele.
Ad Oristano (che fa parte di una zona in cui è consentito solo il traffico aereo militare), sono stati analizzati questi filamenti, apparsi in seguito alla continuativa presenza di scie chimiche in cielo. Le analisi svolte hanno stabilito che si tratta di un tessuto sintetico molto simile alla seta, intriso di particelle metalliche, probabilmente utilizzato per rallentare la caduta delle stesse e mantenerle in sospensione più a lungo.
Visto l'alto potenziale inquinante e gravemente nocivo alla salute degli elementi irrorati attraverso le scie chimiche, risulta chiaro il motivo dell'oscurantismo delle istituzioni e dei governi sull'argomento. Quale popolo potrebbe mai accettare di farsi piovere addosso queste sostanze?

Denuncia del Sindacato Unitario Lavoratori Trasporto Aereo alla Procura di Civitavecchia
, in merito all'elevato numero di aerei da trasporto militari, completamente bianchi, in transito
 presso l'aeroporto di Fiumicino

Teorie sulle scie chimiche
La teoria più diffusa e comunemente accettata dai ricercatori di tutto il mondo è che le scie chimiche siano utilizzate per il controllo climatico. La forza di questa teoria risiede nella facilità con cui si può osservare l'evidente correlazione tra la presenza di scie chimiche e strane condizioni climatiche (ad es. giornate di sole fuori stagione, fronti freddi che si arrestano improvvisamente...) o repentini cambiamenti meteorologici (ad es. nuvole che si creano dal nulla o che svaniscono). A ulteriore sostegno di questa teoria c'è la massiccia presenza di scie chimiche in giornate particolarmente importanti (ad es. feste nazionali o cittadine) come accaduto a San Pietroburgo nel 2006 in occasione del G8, quando l'intera regione è stata sommersa da un'ondata anomala di maltempo, che non ha però toccato la sede del meeting.
Alcune di queste teorie coinvolgono anche l'HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), un'installazione civile e militare statunitense dotata di un potentissimo sistema di antenne situata in Alaska e costruita in base alle teorie dello scienziato Nikola Tesla, che sarebbe in grado di interagire con la ionosfera e quindi alterare la normale attività elettromagnetica della Terra. Tra le molte capacità imputate all'HAARP c'è anche quella di modificare il clima, grazie proprio all'azione del particolato metallico rilasciato dalle scie chimiche.
HAARP e scie chimiche sarebbero, secondo alcuni, parte di un esperimento sul controllo mentale, ipotesi meno verificabile rispetto al controllo climatico, ma comunque possibile, visto l'effetto riscontrato dalle onde elettromagnetiche e dagli agenti chimici sui processi del cervello umano.
Il tutto farebbe parte di un progetto militare con lo scopo di sviluppare nuove tecnologie belliche, una teoria che può apparire fantascientifica, ma presa seriamente in considerazione dagli enti militari (si veda il documento “Air Force 2025” dell'aviazione americana).
Altri sostengono che le scie chimiche facciano parte di un progetto ancora più vasto, volto al progressivo indebolimento della popolazione mondiale al fine di diminuire la popolazione della Terra. Anche in questo caso non ci resta che prendere atto dei fatti: le sostanze contenute nelle scie chimiche sono dannose per la salute, risulta difficile capire se si tratti di una scelta precisa oppure di un “danno collaterale” all'esperimento sul controllo climatico.

I figli di Occam: disinformazione, skeptics e hoaxers
Nel campo delle scie chimiche, così come in altri campi che travalicano i confini delle scienze accademiche, è in atto una vera e propria opera di colossale disinformazione che ha lo scopo di ridicolizzare il fenomeno e chi lo studia.
Non è il caso di dare a questi terroristi dell'informazione più peso di quanto meritino, ma è d'obbligo mettere in guardia chi si accosta all'argomento.
Capiterà se deciderete di volerne sapere di più sulle scie chimiche, di imbattervi in materiale disinformativo, ricco di menzogne e molto povero di dati.
Esistono interi siti internet creati appositamente e con il solo scopo di convincere quante più persone possibili che le scie chimiche non esistono. Spesso questi agiscono in maniera subdola, proponendosi al navigatore come luoghi di libera ricerca “scientifica”, secondo i parametri della “vera scienza” (il messaggio implicito è che tutti gli altri ricercatori sono dei ciarlatani), al fine di comprendere meglio il fenomeno. Raramente si schierano apertamente dicendo che “le scie chimiche non esistono”, semplicemente confutano a priori ogni prova che possa essere portata a sostegno della loro esistenza. Senza mai portare prove reali o motivazioni concrete, ma concentrandosi sul demolire i ricercatori da loro percepiti come “avversari”. Generalizzando all'inverosimile e ponendosi in una posizione di esperti super partes. Tutti quelli che sollevano dei dubbi sono dei dilettanti, spesso affetti da varie forme di schizofrenia. Una scia che persiste per ore espandendosi a 2.000 metri di quota (che quindi per definizione non può essere una scia di condensazione) sarà certamente, indiscutibilmente una scia di condensazione. Perché? Perché lo dicono gli esperti, i meteorologi (o “meteorobuoni”). Perché le scie chimiche esistono solo nella mente contorta dei loschi figuri che vogliono crederci. Questo è il livello scientifico espresso da quelli che si considerano e si propongono come gli eredi della “vera scienza”: i figli di Occam, appunto.
Il mio consiglio è sempre lo stesso: non credete a me, non credete a loro, credete a voi stessi. Guardate il cielo con attenzione e fatevi una vostra idea. Raccogliete dati, non opinioni di terzi, documentatevi in modo da poter sostenere una vostra ricerca individuale.

Un ultimo suggerimento è di fare attenzione agli “hoaxers”, ovvero quelle persone che producono materiale falsificato, con lo scopo di screditare il fenomeno e quanti, ingenuamente, avevano creduto al falso. E' lo stesso metodo usato per i crop circles (cerchi nel grano): vengono realizzati dei crop circles falsi “ad hoc” per poi svelarli e sostenere che, di conseguenza, tutti i crop circles sono falsi. Come si affronta il problema? Conoscendo il fenomeno. Nel caso dei crop circles basta sapere che quelli autentici sono realizzati senza spezzare lo stelo del grano, ma facendolo afflosciare all'altezza del primo nodulo, con una tecnologia sconosciuta. Nel caso delle scie chimiche bisogna saper riconoscere le varie categorie di scie chimiche, ma soprattutto saperle distinguere dalle scie di condensazione e capire il meccanismo per cui si formano queste ultime.

Un esempio dei tipici reticolati formati dalle scie chimiche
Esperienza personale
La prima volta che lessi delle “scie chimiche”, dieci anni fa, pensai che si trattasse di una baggianata, frutto della paranoia dei soliti creduloni, pronti a credere a qualsiasi cosa potesse confermare una cospirazione perpetrata alle spalle delle masse. Mi soffermai a leggere quelle teorie per pura informazione e ricordo che si parlava di controllo climatico. Ci feci una risata sopra e archiviai il tutto nella cartella mentale delle “strampalate teorie della cospirazione”.
Due anni dopo fui costretto a ricredermi. Mi trovavo con alcuni amici su una spiaggia ligure in uno splendido pomeriggio d'estate, il cielo azzurro completamente sgombro di nubi. Mi sdraiai prono al calore del sole, assopendomi per qualche minuto. Svegliandomi mi girai a guardare il cielo: vidi una serie di scie che si intersecavano proprio qualche chilometro sopra alla mia testa. Erano diverse dalle solite scie di condensazione degli aerei, quelle che svaniscono dopo pochi istanti, queste persistevano a lungo e tendevano ad espandersi. Anche la loro consistenza sembrava essere diversa, più densa, quasi paragonabile ad una schiuma. Rimasi ad osservare per una decina di minuti: arrivarono altri aerei che lasciarono altre scie, formando un reticolato sempre più vasto e fitto. Pensai che c'era qualcosa di strano: in meno di mezz'ora erano passati non meno di venti aerei, in una zona dove normalmente se ne vedono ben pochi (più tardi venni a sapere che lì vicino si trova l'Aeroporto di Villanova d'Albenga che all'epoca degli eventi, nel 2005, era praticamente inutilizzato dai voli civili); inoltre le scie formavano un reticolato, ed erano persistenti solo in prossimità dello stesso, particolari che non avevo mai visto prima. Poi mi resi conto che il sole era sparito, non per via di una nuvola passeggera, non per il classico temporale estivo, ma nascosto dietro una coltre omogenea e plumbea, di cui risultava addirittura difficile distinguere i limiti. Rimasi esterrefatto, mentre dalla cartella sepolta nel mio cervello riemergevano le teorie sulle scie chimiche e sulla manipolazione del clima. Cominciò a cadere una lieve pioggerella, così decidemmo di spostarci di qualche chilometro, trovando di nuovo il sole e nessuna traccia delle scie né degli aerei che affollavano il cielo del paese accanto.
Pura coincidenza? Traffico aereo concentrato e simultaneo cambiamento delle condizioni atmosferiche? Possibile, tuttavia da quel giorno cominciai a guardare il cielo con altri occhi e con molta più attenzione...






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